Nel Pacifico si rinsalda l’alleanza Cina-Russia
ESTERI. L’ordine è stato improvviso e a sorpresa. Alle 2,30 del mattino di Mosca di venerdì scorso la Flotta del Pacifico è stata messa in stato di massima allerta. Ci mancavano anche i russi.
ESTERI. L’ordine è stato improvviso e a sorpresa. Alle 2,30 del mattino di Mosca di venerdì scorso la Flotta del Pacifico è stata messa in stato di massima allerta. Ci mancavano anche i russi.
MONDO. «Secolo cinese», «Terza guerra mondiale», «mondo multipolare». Le pagine dei quotidiani si sono riempite di articoli di geopolitici di fama, novelli dilettanti e subdoli propagandisti, gettando l’opinione pubblica nella piena confusione.
ESTERI. Sorpresa. In Finlandia neanche una popolarissima premier è riuscita ad evitare la sconfitta dei socialdemocratici. A questo punto, dopo la vittoria delle forze di ultradestra in Svezia nell’autunno scorso, la domanda è se il tanto rinomato «modello di Stato sociale» scandinavo sia oggi al capolinea nell’epoca della globalizzazione.
Mondo. La mediazione cinese ai massimi livelli è ormai ai blocchi di partenza, anche se, obiettivamente, non sono molte le possibilità di riuscita. Ma ci si proverà lo stesso a fermare la tragedia ucraina soprattutto perché i pericoli di allargare il conflitto stanno aumentando sensibilmente.
Esteri. Mario Draghi possibile guida dell’Alleanza atlantica dal prossimo autunno; colloqui e dibattiti per l’allargamento al Baltico settentrionale della stessa organizzazione; feroci combattimenti in Donbass, dove la cittadina di Bakhmut è stata quasi completamente circondata dai russi e starebbe per cadere nelle mani di Mosca, che, nel frattempo, utilizza l’Ucraina per testare nuove armi.
Esteri. Mentre non si attenuano ancora gli echi suscitati dalla Conferenza sulla sicurezza appena terminata a Monaco di Baviera, inizia oggi una settimana piena di appuntamenti internazionali significativi. Domani parlerà Vladimir Putin; dopo poche ore gli risponderà dalla Polonia Joe Biden.
Esteri. Non appena il pallone-spia cinese ha sorvolato una «zona sicura», l’ordine del presidente americano Biden è stato subito eseguito: il misterioso marchingegno «meteorologico» è stato così abbattuto. Diversamente non poteva succedere. La sfida di Pechino era troppo grande per non essere colta.