La cerimonia del 4 Novembre nel segno della pace - La fotogallery
La festa di unità nazionale. La cerimonia si è svolta in piazza Vittorio Veneto con la presenza del prefetto Enrico Ricci e del sindaco Giorgio Gori.
La festa di unità nazionale. La cerimonia si è svolta in piazza Vittorio Veneto con la presenza del prefetto Enrico Ricci e del sindaco Giorgio Gori.
La caduta incontrollata dello stadio centrale del razzo cinese Long March, che il 31 ottobre scorso aveva portato nello spazio il terzo modulo della stazione spaziale cinese, si è conclusa con un ‘tuffo’ nell’area centro-meridionale dell’Oceano Pacifico, alle 11,01 ora …
Venerdì la ricorrenza. Le tappe mattutine alla Rocca, piazza Matteotti e Torre dei Caduti, riaperta al pubblico. Alle 16 le medaglie d’onore.
Il programma. Venerdì mattina le celebrazioni in Città Alta e in piazza Vittorio Veneto con l’intervento del sindaco Gori. La Torre riapre dopo il restauro, l’ingresso sarà gratuito.
Opere pubbliche. L’intervento è iniziato lo scorso luglio e ha riguardato la parte esterna con la pulizia e il risanamento delle superfici. L’assessore Brembilla: «Restituita alla città per l’inizio del nostro anno della cultura, appuntamento per il quale stiamo lavorando con grande impegno».
Il commento. Ormai non si bada più alla forma oppure più semplicemente sono tramontate le illusioni e si è buttata la maschera. Fino a poco prima dell’esplosione sul ponte di Crimea i militari federali si affannavano a ripetere che stavano colpendo solo i siti delle Forze armate del «regime di Kiev» e dei «nazi-nazionalisti». C’era l’obiettivo di non far «pesare» questa «necessaria» «Operaz…
Il commento. «Ni shagu nazad!». Suonava così l’Ordine 227 che Stalin emanò il 28 luglio del 1942. Parole che abbiano sentito risuonare molte volte in questi mesi, sul lato russo del conflitto in Ucraina, e che ben rappresentano l’atteggiamento tenuto ieri da Vladimir Putin ad Astana. In una pausa dei lavori della Conferenza sulle misure di interazione e fiducia in Asia (Cica), il leader rus…
La sensazione di sorpresa con cui è stato accolto il bombardamento russo di ieri sulle città ucraine, e in primo luogo sulla capitale Kiev, è in gran parte figlia della nostra inclinazione a confondere i desideri con la realtà. Un piccolo esempio: già sei o sette mesi fa leggevamo sui nostri giornali che la Russia era ormai a corto di missili.
Siamo entrati nella temutissima «fase 4» della tragedia ucraina. Dopo lo scoppio del conflitto nella primavera 2014 con l’annessione della Crimea e la formazione quasi contemporanea delle repubbliche popolari filo-russe del Donbass, la successiva convivenza per 8 anni con una «guerra congelata», il suo aggravamento il 24 febbraio scorso, adesso ci avviciniamo al primo momento di non ritorno.
Il commento. Siamo arrivati prima del previsto al punto di svolta. Gli specialisti sapevano infatti perfettamente che il pericolo atomico si sarebbe concretizzato con il tentativo di Kiev di riprendersi la Crimea, strategicamente la vera causa principale del contendere. La sorpresa è semmai che le seconde più potenti Forze armate al mondo hanno mostrato lacune insospettabili, che - in aggiu…
Il commento. Avevamo scritto proprio su queste colonne che, dopo la sconfitta sul campo per la controffensiva ucraina, Vladimir Putin era a un bivio: dichiarare fallita la cosiddetta «operazione militare speciale» (e affrontare le conseguenze) oppure alzare la posta (e sfidare ancor più il patriottismo e la pazienza della società russa). Ora che lo sfondamento ucraino è stato contenuto, se …
Il colonnello Konashenko, portavoce delle forze armate russe, può ripetere fin che vuole la versione ufficiale, e cioè che le truppe si ritirano di decine di chilometri per «raggrupparsi» e «riorganizzarsi». Purtroppo per lui, e per il Cremlino, non ci crede nessuno. L’esercito russo si «raggruppa» e si «riorganizza» solo perché si è fatto sorprendere e travolgere da un’offensiva che gli stessi v…
Lovere. La festa del volo nel weekend: domenica 11 settembre il sorvolo della Pattuglia acrobatica dell’Aeronautica militare, clou del Memorial Stoppani.
La campagna elettorale sembra volersi tenere volontariamente alla larga dalla politica estera, ribadendo il provincialismo di una certa Italia molto ombelicale.Uno scarto inaccettabile, tanto più in presenza di due gravi crisi internazionali vicine e dagli esiti imprevedibili: la guerra russo-ucraina e l’ulteriore destabilizzazione della Libia dopo la nascita di un secondo governo (illegale) e l’…
Il triangolare di Teheran ha partorito il classico topolino. E non c’era bisogno di aspettare le bombe di Mosca su Odessa per capirlo. Iran, Turchia e Russia - in quello che doveva essere il controvertice in risposta all’appena conclusa visita dell’americano Biden in Medio oriente - non sono riusciti manco a mettersi d’accordo su luogo e data per riannodare i lavori del Comitato costituzionale si…
Dmitrij Medvedev è stato presidente (2008-2012) e primo ministro (2012-2020) della Federazione Russa e come tale si era guadagnato una solida fama di liberale e, per quanto lo si possa dire di un politico russo, filo-occidentale. Da quando la crisi con l’Ucraina si è acuita, e soprattutto da quando è sfociata nell’invasione cominciata il 24 febbraio, Medvedev è diventato il portavoce dei falchi, …
Il racconto che il premier Mario Draghi ha fatto nella giornata di venerdì 20 maggio ai ragazzi della scuola di Sommacampagna è molto significativo. La telefonata a Vladimir Putin, che respinge l’idea di un cessate il fuoco e, di fatto, di qualunque trattativa che non sia quella diretta con gli Usa. Joe Biden che invece si mostra più sensibile alla proposta di Draghi e accetta di battere un colpo…
Il fatto più eclatante, quello di cui tutti hanno parlato e di cui si parlerà ancora, è la resa dei soldati del Battaglione Azov, per un mese asserragliati nell’acciaieria Azovstal, a sua volta ultimo bastione della resistenza ucraina nella città di Mariupol’, per il resto totalmente occupata dai russi. Un evento che ha assunto un rilievo mediatico assai superiore alla sua importanza sul campo. M…
L’editoriale Una foto straziante tra le tante che ci arrivano dall’Ucraina, ritrae i corpi senza vita di una decina di giovani soldati russi abbandonati nelle campagne di Kharkiv, vittime dell’esercito di Kiev durante l’offensiva che ha respinto le forze di Mosca dalla città.
È sconsolante ma in fondo non dobbiamo stupirci troppo. A volte la grande politica internazionale ricorda i dispetti tra ragazzi. Lo dimostra quello che sta accadendo, dal punto di vista politico e diplomatico, sui due fronti dello scontro tra Russia e Occidente che si combatte in Ucraina. La Nato annuncia trionfalmente l’ormai prossimo ingresso di Svezia e Finlandia nell’Alleanza Atlantica.