Premierato, ora Meloni prepara la via di fuga
ITALIA. Dice Matteo Renzi, che di queste cose se ne intende: «Se Giorgia Meloni perderà il referendum sulla sua riforma del premierato, dovrà dimettersi, che lo voglia oppure no».
ITALIA. Dice Matteo Renzi, che di queste cose se ne intende: «Se Giorgia Meloni perderà il referendum sulla sua riforma del premierato, dovrà dimettersi, che lo voglia oppure no».
ITALIA. Più si allungano i tempi degli arresti domiciliari di Giovanni Toti più le dimissioni da governatore della Regione Liguria diventano probabili.
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, tra i più vicini a Giorgia Meloni, ha dovuto fare una seconda intervista di precisazione a sole quarantotto ore da quella in cui aveva stroncato le parole del presidente francese Macron sulla possibilità di un intervento diretto degli europei sul suolo ucraino in caso di sfondamento russo.
ITALIA. Fatte le liste, scatta la polemica. Tranne due, tutti i leader si candidano al Parlamento europeo. E di questi, ce n’è uno solo, Renzi, a promettere che si siederà sulla poltrona di Bruxelles e non resterà a Roma.
ITALIA. La campagna italiana per le elezioni europee schiererà in gara tutti o quasi i leader di partito. Nessuno dei quali prenderà posto nell’emiciclo del Parlamento europeo.
ITALIA. Ha rivinto il centrodestra. Siamo al 2 a 1: dopo la conferma di Marco Marsilio in Abruzzo, anche il generale Vito Bardi resta seduto sulla poltrona di governatore della Basilicata dove nel 2019 lo collocò Berlusconi in persona.
ITALIA. Domenica 21 e lunedì 22 aprile si vota in Basilicata, è la terza competizione regionale del 2024 (le prime due sono finite una a una tra il centrosinistra, vincitore in Sardegna, e il centrodestra, trionfante in Abruzzo).
ITALIA. Premessa generale: le guerre ideologiche sono inutili. Aumentano le polarizzazioni e sbaragliano la razionalità delle argomentazioni. Quando poi le guerre ideologiche sono condotte in tempo elettorale ogni questione si aggrava e il dibattito s’imbroglia e peggiora.
ITALIA. Ogni giorno che ci porta un po’ più vicini alla data delle elezioni europee dell’8-9 giugno, segna una tacca nel livello di tossicità della vita politica.
ITALIA. Giuseppe Conte ha scelto la scena pugliese per imporsi al centro dell’opposizione e costringere il Pd ad inseguirlo.
MONDO. Con le elezioni europee ormai vicine e i sondaggi che impazzano, la baraonda delle liste si complica: come da tradizione. E così scoppiano i ««casi» destinati a durare fino a quando non si chiuderanno i giochi.
POLITICA. Romano Prodi lo ha detto in faccia a Giuseppe Conte: «Continuate così e finirete per perdere sempre».
POLITICA. Il Senato ha respinto la proposta della Lega di consentire ai governatori regionali di candidarsi anche dopo il secondo mandato. Solo i renziani hanno votato a favore dell’emendamento che Salvini si è rifiutato di ritirare nonostante i ripetuti inviti a farlo da parte di FdI e Forza Italia che erano contrari: la Lega è andata avanti per la sua strada ed è stata bocciata e isolata.
IL COMMENTO. Una piazza del Campidoglio gremita aldilà delle previsioni ha accolto le delegazioni di tutti i partiti alla manifestazione-fiaccolata in ricordo di Aleksej Navalny e di condanna del regime oppressore di Vladimir Putin. L’iniziativa è stata presa da Carlo Calenda e, a uno a uno, al suo appello hanno aderito tutti i partiti mandando ognuno la propria delegazione, anche se non tutti i…
ITALIA. A Roma non si erano mai visti settecento sindaci e un presidente di Regione a rischio di essere caricati dalla polizia sotto le finestre di palazzo Chigi.
ITALIA. Ci sono due significati politici da rilevare nell’intesa bipartisan che ha condotto il centrodestra e il Pd ad una reciproca astensione sui rispettivi documenti parlamentari (mozioni) in materia di guerra tra Israele e Hamas.
ITALIA. Con l’Election day (accorpamento del voto alle Europee con quello delle Amministrative e Regionali l’8-9 giugno) si apre formalmente la maratona elettorale in un Paese che in realtà è già in perenne campagna.
IL COMMENTO. Le imminenti elezioni europee rappresentano una sorta di cerchio di fuoco per Schlein. Si capisce che sia esitante di fronte a una simile prova. Se l’affronta, sa i rischi che corre: una maggiore distanza elettorale dalla sua rivale Meloni.
ITALIA. Ultimamente la libertà di coscienza non va per la maggiore dentro il Partito democratico. E pensare che l’articolo uno (comma 8) del suo statuto, recita che il Pd «riconosce e rispetta il pluralismo delle opzioni culturali e delle posizioni politiche al suo interno come parte essenziale della sua vita democratica».
POLITICA. Quel che alle 13 era certo e addirittura confermato «da fonti autorevoli», alle 18 non era mai accaduto: all’ora di pranzo tutta la Roma politica si interrogava su cosa si stessero dicendo intorno ad un tavolo apparecchiato di Palazzo Chigi Meloni, Salvini e Tajani.