Dal cotone alle idee: Crespi d’Adda riparte con il festival «Produzioni Ininterrotte»
Il villaggio operaio Patrimonio Unesco si trasforma in palcoscenico culturale con oltre 30 eventi tra presentazioni, conferenze, tour e grandi nomi
Il villaggio operaio Patrimonio Unesco si trasforma in palcoscenico culturale con oltre 30 eventi tra presentazioni, conferenze, tour e grandi nomi
PER NON DIMENTICARE. Dal 30 novembre una serie di visite guidate darà la possibilità di conoscere i ripari utilizzati durante gli attacchi aerei della Seconda Guerra Mondiale a Dalmine, Ponte San Pietro, Brescia e Sesto San Giovanni.
CAPRIATE. Il villaggio operaio di fine Ottocento è la seconda destinazione di turismo industriale più visitata in Italia nel 2023. Lo dice la classifica di Museimpresa. Ravasio: «Molte idee per fare ancora di più».
«BUNKER 1944». Il progetto propone un percorso sotterraneo tra storia, memoria e forti emozioni. Messaggio di pace. Domenica le visite guidate.
L’INIZIATIVA. Entra nel vivo la quinta edizione di «Produzioni Ininterrotte», il Festival di letteratura del lavoro che ha preso il via lo scorso sabato 7 ottobre e si concluderà il 24 novembre per raccontare il mondo del lavoro con una molteplicità di linguaggi.
Nato grazie all’Associazione Crespi d’Adda, in collaborazione con il Comune, per la sua quinta edizione «Produzioni Ininterrotte» prevede un calendario ricco e composito di eventi (a ingresso libero) e di ospiti attraverso i quali raccontare sfaccettature e prospettive del mondo del lavoro. Dal 7 ottobre al 24 novembre
7 OTTOBRE-24 NOVEMBRE. Prende il via «Produzioni Ininterrotte», tra il Villaggio operaio di Crespi d’Adda e Vaprio Osio Sopra, Dalmine: l’evoluzione tecnologica, l’archeologia industriale, l’informatica, l’imprenditoria femminile.
IL PROGETTO. Il fascino di Crespi d’Adda e un progetto di scrittura creativa. Per mantenere la memoria e continuare a pensare al villaggio operaio in ottica futura.
Capriate San Gervasio. Il calendario delle proposte fino a giugno per conoscere il sito Unesco, con gli spazi museali, l’ex cotonificio e la centrale idroelettrica lungo il fiume.
Giovanni Rinaldi si è spento a 98 anni: negli ultimi 30 ha raccolto la storia della fabbrica, in cui aveva lavorato, dando vita all’archivio.