La causa ucraina e i consensi persi
MONDO. Il dibattito italiano intorno alla scellerata invasione russa dell’Ucraina si era polarizzato già nei primi giorni dell’«operazione militare speciale».
MONDO. Il dibattito italiano intorno alla scellerata invasione russa dell’Ucraina si era polarizzato già nei primi giorni dell’«operazione militare speciale».
ESTERI. Secondo un rapporto dell’Onu è il Paese più letale al mondo per i civili che vivono nelle zone popolate. In Ucraina le armi esplosive con un’ampia area di impatto hanno causato il 93% di tutte le vittime non militari.
MONDO. Il presidente russo Vladimir Putin non è pazzo, come viene definito pigramente. È un lucido sanguinario, che persegue i propri obiettivi senza scrupoli morali, una prassi che gli ha permesso di detenere il potere da 23 anni, inducendo nel suo popolo paura di pericoli esterni e interni ed ergendosi a risposta.
MONDO. È di certo un caso, ma la conferenza bilaterale di Roma sulla ricostruzione dell’Ucraina si è svolta, ieri, nel trentasettesimo anniversario del disastro di Chernobyl, dove uno dei reattori della locale centrale esplose nel più grave incidente nucleare della storia.
La risposta di Gori e Del Bono. I sindaci di Bergamo e di Brescia hanno accolto la richiesta presentata il 3 febbraio dall’ambasciatore ucraino Melnyk.
Mondo. Il quadro si compone. Peraltro era già visibile da mesi per chi avesse studiato il punto di vista del Cremlino. Giovedì scorso Vladimir Putin ha celebrato gli 80 anni dalla vittoria dell’esercito sovietico a Stalingrado, che segnò l’inizio del declino della follia di Hitler.
Guerra. Ha innanzitutto un valore simbolico la visita compiuta ieri negli Usa da Volodymyr Zelensky. Per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa, nove mesi fa, il presidente ucraino è infatti uscito dal suo Paese.
Esteri. È il leader che al mondo più si è speso per riannodare i fili di un negoziato e porre fine al conflitto. Il 25 febbraio scorso Papa Francesco si recò a colloquio nella sede dell’ambasciata di Mosca presso il Vaticano. All’alba le truppe russe avevano iniziato l’invasione dell’Ucraina.
Mondo. Giustamente nei giorni scorsi l’Europa ha vissuto ore con il fiato sospeso, dopo che un missile attribuito ai russi è esploso in Polonia ed ha ucciso due operai. Le verifiche successive hanno chiarito che il colpo era invece un ordigno della contraerea ucraina, sparato, come succede spesso ogni giorno, per distruggere razzi del Cremlino.
Kherson è una città ucraina strategica. Da lì infatti partono i rifornimenti idrici per la Crimea. Ma è anche la porta d’accesso per un’eventuale presa di Odessa, la «perla del Mar Nero», sistema di sette porti dai quali passa l’80% dell’export nazionale (grano per 400 milioni di persone dal Nord Africa all’Asia, ma anche prodotti minerari).
È normale e accettabile che uno Stato controlli l’export di un Paese che ha invaso, di un bene alimentare indispensabile per milioni di persone? Non dovrebbe esserlo. «Ma è la guerra» dicono quelli che hanno sempre una giustificazione pronta per le decisioni adottate dalla Russia.
Provvedimenti contro l’allarmante rincaro di gas e petrolio, l’efficacia o meno delle sanzioni contro Mosca, vertici asiatici e dibattiti su un nuovo ordine mondiale. Ma il cuore dei problemi resta la tragedia che si è abbattuta sull’innocente popolo ucraino, brutalmente aggredito dall’esercito russo. È lui a continuare a pagare il prezzo più alto dei conflitti che si sono aperti con l’invasione …
La storia. La visita in città di Igor Mokryk, che studiò alla scuola di Parenzan «Curiamo i pazienti tra i bombardamenti. Distrutto il nostro centro a Irpin».
C’è un dato sottovalutato nella lettura del conflitto russo-ucraino: è quello relativo al numero di persone in fuga dal Paese invaso. Ammontava a 2,8 milioni già a un solo mese dall’inizio del conflitto. L’Alto commissariato Onu per i rifugiati lo definì «l’esodo più veloce in Europa dalla Seconda guerra mondiale». Nonostante un consistente numero di rientri soprattutto a Kiev e nelle cittadine l…
l presidente Volodymyr Zelensky ha riconosciuto nei giorni scorsi di aver perduto il 20% del controllo dell’Ucraina, la zona del Paese più ricca di materie prime (produce almeno il 30% del Pil nazionale).
Le ricadute economiche del conflitto russo-ucraino sono pesanti, con i rincari di gas e petrolio che generano tensioni sull’inflazione. Si vanno a innestare su una situazione che già prima del 24 febbraio, giorno dell’invasione delle truppe di Mosca, era già segnata dall’irreperibilità di materie prime. Lo spettro che inquieta governi e cittadini è la somma dell’aumento dei prezzi alla recessione…
Le notizie che arrivano dal fronte del conflitto russo-ucraino, vengono etichettate come propaganda a seconda delle posizioni ideologiche assunte dalla tifoseria nata purtroppo intorno alla guerra. Accade negli inguardabili talk show che degenerano in liti ma anche nei social. Una brutta contesa che non si ferma nemmeno di fronte alla tragedia delle stragi, al dolore delle persone.
La gara canora Davanti ai 200 milioni di spettatori la band ucraina ha fatto sentire la voce di una nazione martoriata: congratulazioni dai vertici Ue.
Al 72° giorno di guerra in Ucraina, forse per la prima volta ci tocca dire che, nonostante le bombe, i combattimenti dell’Azovstal, i missili che ogni notte cadono sulle città e sugli obiettivi strategici, il fatto più importante sono le parole. Quelle che Andrey Turchak, segretario di Russia Unita, il «partito di Putin», ha dettato da Kherson, la città ucraina occupata dai russi: «Una cosa dev’e…
La guerra Esercitazioni con 100 soldati, anche in condizioni di radiazioni. Comandante Azov: nell’acciaieria battaglia sanguinosa.