Internet, Italia sempre più on line E aumentano gli over 60 in rete
A trainare il fenomeno in questa fascia d’età sono soprattutto le donne. Ma una famiglia su 3 non ha ancora l’accesso da casa.
A trainare il fenomeno in questa fascia d’età sono soprattutto le donne. Ma una famiglia su 3 non ha ancora l’accesso da casa.
Il 5,4% dei nuclei italiani ha saltato la scadenza: è il valore più elevato da almeno undici anni.
Le famiglie italiane sono sempre più soddisfatte delle loro condizioni di vita rispetto allo scorso anno. Avete capito bene. Non è una «post-verità», come viene definita una notizia falsa che però piace alla gente, al punto da ritenerla vera (per il dizionario di Oxford «post-verità» è la parola del 2016). Si tratta di un dato vero, verissimo, certificato dall’Istat: per la prima volta dopo cinqu…
«Per la prima volta dopo cinque anni, nel 2016, migliorano le stime relative al giudizio delle famiglie sulla soddisfazione per le condizioni di vita». Lo afferma l’Istat indicando che la quota di persone di 14 anni e più che esprimono un’alta soddisfazione per la propria vita, nel complesso passa dal 35,1% del 2015 al 41% del 2016.
Il vecchio modello di povertà italiano, che vedeva gli anziani più indigenti, non è più valido: oggi la povertà assoluta risulta inversamente proporzionale all’età, cioè diminuisce all’aumentare di quest’ultima.
A settembre 2016 il clima di fiducia dei consumatori peggiora per il secondo mese consecutivo, passando da 109,1 punti a 108,7. L’indice composito del clima di fiducia delle imprese invece, rileva l’Istat, registra un aumento da 99,5 punti a 101, attestandosi sui livelli dello scorso giugno.
Il Pil delude le attese di una revisione al rialzo. Nel secondo trimestre del 2016 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è infatti rimasto invariato rispetto al trimestre precedente.
Il potere d’acquisto delle famiglie sale come non accadeva da prima della crisi, ma dietro c’è anche l’effetto deflazione, che ancora non molla la presa sul Paese.
Quanti sono i boliviani a Bergamo? E quanti i cinesi? Per capire chi sono gli stranieri che vivono e lavorano in Bergamasca è bene conoscerne solo il numero, ma anche la provenienza.
Meno 555 abitanti in tutta la provincia di Bergamo. In un solo anno. Una popolazione che diminuisce ed è sempre più vecchia. A rivelarlo è l’Istat, che ha fotografato la situazione demografica dell’intera nazione.
I numeri non mentono. Mai. Quelli dell’Istat, poi, sono i più ufficiali. La fotografia del 2015 in provincia di Bergamo mostra un andamento inedito: gli abitanti sono in calo. E non di poco. Dai 1.108.853 residenti di inizio anno si è arrivati ai 1.108.298 di fine anno, con uno scarto di 555 abitanti in meno.
La generazione dei «bamboccioni» non molla: nel 2014 più di 6 giovani su 10 (62,5%) tra i 18 e i 34 anni vivevano ancora a casa con i genitori. Lo evidenzia il Rapporto 2016 dell’Istat, sottolineando che il dato ha riguardato nel 68% dei casi i ragazzi e nel 57% le ragazze.
Dopo la crescita di gennaio 2016 (+0,3%, pari a +73 mila), a febbraio la stima degli occupati diminuisce dello 0,4% (-97 mila persone occupate). La diminuzione di occupati coinvolge uomini e donne e si concentra tra i 25-49enni. Il tasso di occupazione, pari al 56,4%, cala di 0,2 punti percentuali rispetto al mese precedente.
Una rimonta finalmente è in atto. È quella che ha saputo mettere a segno l’economia bergamasca sul fronte della disoccupazione, dopo anni di caduta libera prima e di stagnazione poi.
Cambia il paniere dell’Istat per l’inflazione. A rappresentare le nuove abitudini di consumo delle famiglie nel 2016 entrano il tatuaggio, le bevande vegetali, il pantalone corto da uomo, i leggings bambina, la lampadina led, i panni cattura-polvere, i servizi integrati Tv, Internet e voce e gli alloggi universitari. La rilevazione si arricchisce inoltre dei prezzi delle auto usate e del trapano …
Nel 2014 la spesa complessiva per prestazioni pensionistiche, pari a 277.067 milioni di euro, è aumentata dell’1,6% rispetto all’anno precedente.
Nel mese di novembre l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività, a Bergamo, registra una variazione di -0,1% quindi in diminuzione rispetto al mese scorso. Il tasso tendenziale, ovvero, la variazione percentuale rispetto allo stesso mese dell’anno precedente, si attesta a +0,3%, invariato rispetto al mese scorso.
Il rapporto Istat sui nomi preferiti per il 2014 dai genitori: si confermano quelli del 2013.
Sono 33.176 gli incidenti stradali che si sono verificati sul territorio lombardo lo scorso anno; 448 le persone decedute e 45.755 quelle ferite.
In Italia il rischio di povertà o esclusione sociale (28,3%) è superiore di quasi quattro punti percentuali a quello medio dell’Unione europea, pari al 24,4% nel 2014. Così l’Istat. Il valore italiano è inferiore solo a quelli di Romania (40,2%), Bulgaria (40,1%), Grecia (36,0%), Lettonia (32,7%) e Ungheria (31,1%) e su livelli «molto simili» a quelli di Spagna (29,2%), Croazia e Portogallo.