In auto con 1 Kg e mezzo di droga Sulla macchina anche il figlio
Per trasportare un chilo e mezzo di hashish non si sono fatti scrupoli: c’era anche un bambino di 10 anni. Protagonista della vicenda una coppia fermata dalle forze dell’ordine.
Per trasportare un chilo e mezzo di hashish non si sono fatti scrupoli: c’era anche un bambino di 10 anni. Protagonista della vicenda una coppia fermata dalle forze dell’ordine.
Due fratelli marocchini di 44 e 47 anni sono stati arrestati dai carabinieri, a Milano, perché trovati in possesso di 160 chili di hashish del valore di circa 280mila euro. Saoudi e Mohamed Dref erano già stati arrestati dieci anni fa in provincia di Bergamo con 80 kg di droga.
Continuava a spacciare droga mentre si trovava agli arresti domiciliari: F. M., 28 anni albanese, venerdì è stato scoperto dagli agenti della Squadra mobile della Questura di Bergamo che, con un blitz, hanno trovato nell’abitazione 44 grammi di cocaina.
Era stato arrestato venerdì dopo che la squadra mobile di Bergamo aveva fatto un blitz nel suo appartamento, in via San Giorgio. Nella casa, dove era già ai domiciliari per droga, gli agenti hanno trovato cinquanta grammi di cocaina e un bilancino di precisione.
Ha trasportato da Barcellona fino all’aeroporto di Orio al Serio una valigia con all’interno l’equivalente di 25 mila dosi di Glb, meglio conosciuta come «droga dello stupro», tranquillamente suddivise in cinque taniche.
Raffica di controlli da parte del Comando Provinciale Carabinieri di Bergamo nella notte tra il 28 e il 29 marzo. In particolare i militari sono rimasti impegnati in azioni di contrasto della criminalità per scongiurare furti in abitazione e rapine.
Ha investito in auto due carabinieri che lo avevano fermato nel corso di un controllo antidroga, ma un terzo militare ha sparato a una gomma dell’auto, costringendolo a scendere dalla vettura. Alla fine un 22enne è stato bloccato e arrestato.
Eccessi da fine settimana o un malessere profondo, acuito da sostanze stupefacenti? Ruotano attorno al profilo di Isaia Schena gli accertamenti di magistrati e carabinieri per chiarire la dinamica dell’uccisione a Cene, nella notte fra domenica e lunedì scorsi, di Madalina Palade.
Gli occhiali neri giganti nel viso minuto e pallido, Roxana Palade, la sorella di Madalina, arriva alla camera mortuaria. Con lei c’è Pedro Gorgan, l’uomo che ha fatto da padre alle due ragazze. C’è anche la mamma, Vasilica.
Per l’Oms è una droga, ma per la Consulta che ha bocciato una parte della legge Fini non è assimilabile agli altri stupefacenti. Così due romeni sorpresi a Orio con oltre 70 kg di chat l’hanno fatta franca e il giudice li ha assolti dal reato di detenzione di droga.
Sussistono il rischio di reiterazione del reato e il pericolo di fuga. Per questo motivo il gip ha convalidato il fermo di Isaia Schena e disposto il carcere come misura cautelare. Tante le domande ancora aperte: aveva assunto coca? L’aveva offerta anche a Madalina e lei l’aveva rifiutata?
Al via la terza campagna di monitoraggio del consumo di stupefacenti nella Bassa Bergamasca: la sua presentazione è prevista mercoledì 19 marzo, alle 11, nella sala consigliare del Comune di Caravaggio. L’iniziativa è dell’Aga.
Il nucleo radiomobile dei carabinieri di Treviglio ha denunciato a Levate due giovani pregiudicati per detenzione di droga ai fini di spaccio. Si tratta di C. R., 20enne barista originario della Finlandia e residente a Treviglio, e G. A., 21enne operaio residente a Calvenzano.
Ben 420 chilogrammi di marijuana in un blocco di cemento . Un quantitativo di droga enorme quello sequestrato dalla Guardia di Finanza a Covo. I detentori.protagonisti della vicenda sono stati processati oggi: un albanese e un bergamasco, entrambi condannati.
Sono stati pizzicati durante un controllo volto a contrastare il dilagare degli stupefacenti e durante la perquisizione in auto sono spuntati 6.320 euro, mentre a casa i carabinieri di Calcinate hanno scovato 2,770 kg di cocaina. La coppia marocchina è finita in carcere.
Il gip Patrizia Ingrascì ha convalidato l’arresto di A. D., il marocchino di 22 anni che sabato mattina aveva rapinato e poi tentato di violentare la proprietaria del bar Particular, in via dei Massari a Ciserano. «Non ricordo, ero ubriaco e drogato».
Le ha strappato il cellulare di mano, poi non ha esitato a prenderla a pugni e a gettarla a terra, mordendole perfino il collo: solo l’intervento di una pattuglia della questura di passaggio ha evitato il peggio.Il tunisino resta in carcere.
L’indagine è partita oltre un anno fa e si è conclusa a Parma nei giorni scorsi, quando sono stati arrestati quattro membri della banda di spacciatori (un quinto è latitante e non si trova più in Italia) tra cui K. A., 33 anni albanese di Fontanella.
Lo ha avvicinato nella zona della stazione ferroviaria di Bergamo e per ore lo ha tampinato perché voleva che gli desse i soldi - 150 euro - per comprarsi la cocaina. Poi lo ha costretto a seguirlo in banca, per fargli prelevare i contanti.
Per tenere i contatti con i clienti utilizzava nove telefoni diversi e perfino un tablet. Non gestiva però un’avviata azienda, ma un’attività di spaccio consistente, vista la quantità di hashish e marijuana che l’uomo - un 55enne bergamasco - aveva in casa.