Niente tv e fotografi per la sentenza Bossetti, in aula il 1° luglio alle 9 - video
La Corte ha deciso: niente televisioni nè fotografi per la sentenza del processo a Massimo Bossetti.
La Corte ha deciso: niente televisioni nè fotografi per la sentenza del processo a Massimo Bossetti.
Il pm di Bergamo Letizia Ruggeri, a conclusione della sua replica, ha chiesto alla corte di revocare l’ordinanza con la quale ammetteva le riprese televisive della lettura della sentenza del processo per l’omicidi di Yara Gambirasio.
Siamo al rush finale: questa mattina in Tribunale a Bergamo si è aperta l’udienza numero 44 per Massimo Bossetti, unico accusato per la morte di Yara Gambirasio. Lunghe code per entrare: per accaparrarsi un posto in aula c’è chi è arrivato alle 5.30.
Due anni fa l’arresto dell’uomo, accusato di avere ucciso Yara Gambirasio. Giovedì alle 20,30 la sorella parla a Telelombardia.
La reazione del carpentiere di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio al termine dell’arringa dei suoi difensori
«Massimo, se sei innocente non confessare mai, ti hanno distrutto come uomo e come padre, questo non te lo restituirà nessuno». È stato l’appello che Paolo Camporini, uno dei legali del muratore di Mapello, ha rivolto al suo assistito prima di chiederne l’assoluzione per non avere commesso l’omicidio di Yara Gambirasio.
Gli avvocati della difesa di Massimo Bossetti venerdì 10 giugno hanno sferrato il loro ultimo attacco, quello più importante. «Siamo stati presi in giro sul Dna: le anomalie sono evidenti e nessuno ha però mai detto che si è sbagliato».
Un’indagine da riscrivere e un imputato che è un «testone, un crucco». Avanti con il caso dell’omicidio di Yara Gambirasio. In Tribunale a Bergamo Massimo Bossetti e la parola è ancora per la difesa del muratore di Mapello.
Di nuovo in aula per il caso dell’omicidio di Yara Gambirasio. In Tribunale a Bergamo Massimo Bossetti e la parola è ancora per la difesa del muratore di Mapello.
Venerdì 10 giugno si torna in aula per il processo a carico di Massimo Bossetti, accusato del delitto di Yara. Parola ancora alla difesa: gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini proseguiranno le loro arringhe e cercheranno di smontare pezzo per pezzo il castello accusatorio illustrato dal pubblico ministero Letizia Ruggeri che ha chiesto l’ergastolo dopo 13 ore di requisitoria.
Fra meno di una settimana, venerdì 10 giugno, riprenderà il processo a carico di Massimo Bossetti. Si tornerà in aula con la parola ancora alla difesa. Gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini proseguiranno le loro arringhe e cercheranno di smontare pezzo per pezzo il castello accusatorio illustrato dal pubblico ministero Letizia Ruggeri in 13 ore di requisitoria.
L’udienza è finita da pochi minuti e Marita Comi, moglie di Massimo Bossetti, esce dal Tribunale.
La data della sentenza è stata fissata: 1° luglio. Quel giorno il giudice deciderà se Massimo Bossetti è il colpevole dell’omicidio di Yara Gambirasio. Prima però sono state fissate ancora due udienze.
«La sua vita è casa, lavoro, famiglia e questi sono i dati concreti, non congetture». Lo dice l’avvocato Claudio Salvagni, riferendosi a Massimo Bossetti nel processo relativo alla morte di Yara Gambirasio.
Nuova puntata del processo Bossetti, venerdì 27 maggio. All’udienza riservata alla difesa, mamma Ester ha deciso di non presenziare, cambiando idea all’ultimo momento. Si è però presentata Marita Comi, la moglie di Massimo Bossetti, che non era prevista in questa lunga giornata in Tribunale.
Nuova puntata del processo Bossetti, venerdì 27 maggio. All’udienza riservata alla difesa, mamma Ester ha deciso di non presenziare, cambiando idea all’ultimo momento. Si è però presentata Marita Comi, la moglie di Massimo Bossetti, che non era prevista in questa lunga giornata in Tribunale.
Intercettata a Redona: per gli inquirenti è l’opera di un mitomane.
Dopo Enrico Pelillo, legale di Fulvio e Keba Gambirasio, è stato il turno di Andrea Pezzotta, l’avvocato che rappresenta Maura Panarese, la mamma di Yara, nel processo contro Massimo Bossetti, accusato di aver ucciso la ginnasta tredicenne. È stato un intervento segnato da una grande tensione emotiva.
È stato l’avvocato Enrico Pelillo il primo legale della famiglia Gambirasio a intervenire, venerdì 20 maggio, nell’udienza del processo che vede sul banco degli imputati Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara. Pelillo ha parlato della prova del Dna come di un macigno sull’imputato: «È la sua firma».
Ad aprire l’udienza di venerdì 20 maggio a carico di Massimo Bossetti, accusato di aver ucciso Yara Gambirasio, è stato l’avvocato Carlotta Biffi, legale di Massimo Maggioni, collega di lavoro dell’imputato.