Caso Yara, oggi l’udienza decisiva La Corte si pronuncia sul dna - Foto
Udienza chiave quella di oggi, la trentottesima, per capire se il processo a Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio si sta avviando alle battute finali oppure no.
Udienza chiave quella di oggi, la trentottesima, per capire se il processo a Massimo Bossetti per l’omicidio di Yara Gambirasio si sta avviando alle battute finali oppure no.
Udienza importante quella di venerdì 15 aprile per il processo Bossetti con la difesa che ha chiesto una valanga di perizie e il pm Letizia Ruggeri che sia prodotta la corrispondenza «infuocata» tra l’imputato e una detenuta e un supplemento d’indagini sulle telecamere che, il giorno della scomparsa di Yara Gambirasio, ripresero il furgone che per l’accusa è quello di Bossetti, per la difesa no.
Nel corso dell’udienza del processo per l’omicidio di Yara Gambirasio, la difesa di Massimo Bossetti ha citato una fisioterapista che lavora nella palestra dalla quale scomparve il 26 novembre del 2010 la tredicenne poi trovata uccisa.
Il primo a deporre in aula il 15 aprile è stato il consulente della difesa Luigi Nicotera, perito informatico che lavora, tra l’altro, per il Tribunale di Padova.
Dopo una mattinata nella quale si sono succedute testimonianze di persone che hanno dichiarato di non aver visto né Massimo Bossetti, né il suo autocarro il giorno della scomparsa di Yara nei pressi del centro sportivo di Brembate Sopra, è arrivata una serie di notizie abbastanza rilevanti.
È scattata, venerdì 1° aprile, la 36ª udienza del processo Bossetti ed è continuata la serie di testimonianze di persone, chiamate dalla difesa, che gravitavano nelle ore della scomparsa di Yara Gambirasio nella zona del centro sportivo di Brembate Sopra. Ed è stata una serie di «non ho visto nulla».
Udienza numero trentasei, venerdì 1° aprile, al processo contro Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato di aver ucciso Yara Gambirasio.
Il processo a Massimo Giuseppe Bossetti, presunto omicida di Yara Gambirasio, entra nella fase della battaglia per i testimoni.
«Non si può continuare con testimonianze che portano prove negative». Il giudice Antonella Bertoja che preside il processo Bossetti chiede un cambio di rotta alla difesa.Rincara la dose il legale della famiglia.
Non ha visto l’hard-disk dei due computer di casa di Massimo Bossetti ma dalla documentazione che ha analizzato, e che è negli atti del processo, l’informatico forense Giovanni Bassetti parla di nessuna ricerca illecita fatta dal muratore di Mapello.
La Corte aveva fissato una sorta di ultimatum, scaduto lunedì, e la difesa di Massimo Bossetti lo ha rispettato, producendo una nuova lista testimoni ampiamente sfrondata: da 711 a 160 nomi circa, che i legali del muratore di Mapello, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, ritengono però «irrinunciabili».
È stata una deposizione ad alta tensione quella che si è svolta nell’aula della Corte d’assise di Bergamo di Walter Brembilla, il custode del centro sportivo dal quale sparì Yara Gambirasio il 26 novembre del 2010.
Trentaquattresima udienza venerdì mattina 18 al processo contro Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. È ufficialmente cominciata la carrellata di testimoni a discarico, citati dalla difesa dell’imputato.
Il processo Bossetti continua a Bergamo con nuovi colpi di scena. La difesa ha iniziato a interrogare i suoi testimoni e nel primo pomeriggio sono stati sentite altre tre persone.
Ascoltato anche Giovanni Terzi, il tecnico informatico che si è occupato di installare il pc della famiglia Bossetti.
Solo una domanda per Massimo Bossetti dalla Corte: si parla del famoso furgone bianco. E il muratore ribadisce: non è mio.
L’interrogatorio previsto nella mattinata di mercoledì 16 marzo nel processo Bossetti avrà inizio verso le 10.
Caso Yara, mercoledì 16 marzo si torna in aula per il processo a carico di Massimo Bossetti. Questa volta l’imputato sarà sentito dalla Corte che lo deve giudicare.
È stata archiviata la querela per diffamazione sporta da Massimo Bossetti contro il medico legale Fabio Buzzi che aveva parlato in televisione.