Bossetti, in aula l’informatico della difesa «I telefonini e la sera della scomparsa»
Il primo a deporre in aula il 15 aprile è stato il consulente della difesa Luigi Nicotera, perito informatico che lavora, tra l’altro, per il Tribunale di Padova.
Il primo a deporre in aula il 15 aprile è stato il consulente della difesa Luigi Nicotera, perito informatico che lavora, tra l’altro, per il Tribunale di Padova.
Dopo una mattinata nella quale si sono succedute testimonianze di persone che hanno dichiarato di non aver visto né Massimo Bossetti, né il suo autocarro il giorno della scomparsa di Yara nei pressi del centro sportivo di Brembate Sopra, è arrivata una serie di notizie abbastanza rilevanti.
È scattata, venerdì 1° aprile, la 36ª udienza del processo Bossetti ed è continuata la serie di testimonianze di persone, chiamate dalla difesa, che gravitavano nelle ore della scomparsa di Yara Gambirasio nella zona del centro sportivo di Brembate Sopra. Ed è stata una serie di «non ho visto nulla».
Udienza numero trentasei, venerdì 1° aprile, al processo contro Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato di aver ucciso Yara Gambirasio.
Il processo a Massimo Giuseppe Bossetti, presunto omicida di Yara Gambirasio, entra nella fase della battaglia per i testimoni.
«Non si può continuare con testimonianze che portano prove negative». Il giudice Antonella Bertoja che preside il processo Bossetti chiede un cambio di rotta alla difesa.Rincara la dose il legale della famiglia.
Non ha visto l’hard-disk dei due computer di casa di Massimo Bossetti ma dalla documentazione che ha analizzato, e che è negli atti del processo, l’informatico forense Giovanni Bassetti parla di nessuna ricerca illecita fatta dal muratore di Mapello.
La Corte aveva fissato una sorta di ultimatum, scaduto lunedì, e la difesa di Massimo Bossetti lo ha rispettato, producendo una nuova lista testimoni ampiamente sfrondata: da 711 a 160 nomi circa, che i legali del muratore di Mapello, Claudio Salvagni e Paolo Camporini, ritengono però «irrinunciabili».
È stata una deposizione ad alta tensione quella che si è svolta nell’aula della Corte d’assise di Bergamo di Walter Brembilla, il custode del centro sportivo dal quale sparì Yara Gambirasio il 26 novembre del 2010.
Trentaquattresima udienza venerdì mattina 18 al processo contro Massimo Bossetti, il muratore di Mapello accusato dell’omicidio di Yara Gambirasio. È ufficialmente cominciata la carrellata di testimoni a discarico, citati dalla difesa dell’imputato.
Il processo Bossetti continua a Bergamo con nuovi colpi di scena. La difesa ha iniziato a interrogare i suoi testimoni e nel primo pomeriggio sono stati sentite altre tre persone.
Ascoltato anche Giovanni Terzi, il tecnico informatico che si è occupato di installare il pc della famiglia Bossetti.
Solo una domanda per Massimo Bossetti dalla Corte: si parla del famoso furgone bianco. E il muratore ribadisce: non è mio.
L’interrogatorio previsto nella mattinata di mercoledì 16 marzo nel processo Bossetti avrà inizio verso le 10.
Caso Yara, mercoledì 16 marzo si torna in aula per il processo a carico di Massimo Bossetti. Questa volta l’imputato sarà sentito dalla Corte che lo deve giudicare.
È stata archiviata la querela per diffamazione sporta da Massimo Bossetti contro il medico legale Fabio Buzzi che aveva parlato in televisione.
«Signor Bossetti, ci dica: perché c’è il suo Dna su Yara Gambirasio?». È solo il calcio d’inizio, ma il pm Letizia Ruggeri cerca subito il gol con pallonetto a sorpresa da centrocampo.
Massimo Bossetti l’aveva già accennato la scorsa udienza: «Chi si è seduto qui e ha parlato contro di me, ha mentito. Hanno mentito tutti, tranne i miei consulenti». Nell’udienza di venerdì 11 marzo ha ultimato l’opera fornendo la lista di coloro che, a suo dire, non avrebbero detto la verità.
Si parte con la questione del furgone bianco il pomeriggio dell’interrogatorio di Massimo Bossetti. Ancora incalzato dal pm Letizia Ruggeri.
«Avevo paura, circondato da una trentina di poliziotti. Stavo svenendo. Sono stato trattato in maniera vergognosa, schifosa».