Il vigile bagnino
Giorgio Gandola Trauma distorsivo al rachide cervicale. Infrazione costale dell’emitorace destro. Ma anche una meno esotica contusione al ginocchio. Erano le cause delle prolungate assenze per malattia di un vigile urbano milanese
Giorgio Gandola Trauma distorsivo al rachide cervicale. Infrazione costale dell’emitorace destro. Ma anche una meno esotica contusione al ginocchio. Erano le cause delle prolungate assenze per malattia di un vigile urbano milanese
La soluzione del giallo è nascosta nel cantiere di Palazzago, dove Massimo Bossetti lavorava nel novembre del 2010. È partendo da qui, ha spiegato ieri agli inquirenti il presunto omicida di Yara, che si potrebbe arrivare al vero assassino.
Era atterrato a Orio al Serio dopo aver ingerito 21 ovuli di cocaina, per un peso lordo complessivo di 249 grammi: ieri mattina con rito abbreviato E. A., nigeriano di 22 anno è stato condannato a tre anni, sei mesi e 20 giorni di reclusione, oltre al pagamento di una multa di 12 mila euro.
«Buoni scuola da risarcire». La Flc Cgil e lo Sportello genitori della Cgil di Bergamo lanciano una class action e avvisano tutti coloro che nell’anno scolastico 2013/2014 hanno usufruito del sostegno al reddito riconosciuto dalla Regione Lombardia agli studenti delle scuole statali.
Il pm Letizia Ruggeri lascia il carcere dopo l'interrogatorio
Dopo l'interrogatorio in carcere parlano gli avvocati
Per Massimo Bossetti martedì 8 luglio è il giorno del faccia a faccia con il pm Letizia Ruggeri, che questa mattina varcherà la soglia del carcere di via Gleno per interrogarlo. Un incontro chiesto proprio da lui, dall’uomo che da venti giorni ormai si trova dietro le sbarre, in isolamento.
Lui di anni ne ha compiuti 80, e la sua causa - per un muro di confine - quest’anno ha invece tagliato il traguardo del mezzo secolo dall’inizio di un’intricata vicenda, prima amministrativa e poi giudiziaria, costata ben 25 anni di processo.
La trama del giallo dell'omicidio della tredicenne Yara Gambirasio si arricchirà martedì 8 luglio di un nuovo capitolo. A scriverlo nel carcere di Bergamo, dove si trova dal 16 giugno scorso, sarà Massimo Giuseppe Bossetti nel suo primo faccia a faccia con il pm Letizia Ruggeri
Gigi Riva Suarez e Chiellini, di quel morso ne abbiamo viste e lette d’ogni genere, al momento ci siamo pure arrabbiati ma, vista la malparata dell’Italia calcistica, siamo rapidamente rinculati verso lo scherzo e l’ironia
Cosa fa star bene o male i giovani? Quali eventi li interessano o li annoiano? Come vedono il loro futuro? Sono le domande di un’inchiesta sul mondo giovanile e una successiva campagna di sensibilizzazione.
«So che sei innocente, tutti noi ti crediamo. E so che lo dimostrerai». Ester Arzuffi, la mamma di Massimo Bossetti, non vede il figlio da sabato 14 giugno, due giorni prima che lo arrestassero. Tra pochi giorni lo incontrerà in carcere.
Ester Arzuffi, madre di Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore bergamasco arrestato per l’omicidio di Yara Gambirasio andrà nei prossimo giorni a trovare il figlio, detenuto dal 16 giugno scorso nel carcere di Bergamo. Lo ha spiegato il legale vicino alla famiglia di Bossetti, Benedetto Maria Bonomo
«Il giorno prima della scomparsa di Yara un uomo su un furgoncino mi aveva seguita». Lo denunciò ai carabinieri di Ponte San Pietro una ragazzina, all’epoca undicenne (oggi ne ha 14), che frequentava le scuole medie di Brembate Sopra.
Aveva acquistato biancheria per la casa per la modica somma di quasi settemila euro. Peccato che l’assegno bancario che aveva utilizzato per saldare fosse contraffatto. I carabinieri lo hanno fermato subito dopo e lo hanno arrestato con l’accusa di truffa aggravata.
Massimo Bossetti ha chiesto di essere sentito dal pm Ruggeri. L’interrogatorio è fissato per martedì in carcere. Che cosa ha da dire il presunto omicida, che subito dopo essere finito in manette s’era avvalso della facoltà di non rispondere?
Intende dimostrare a tutti i costi di essere estraneo alla vicenda. E per questo è disposto ad affrontare anche la strada più complessa, quella del processo con la pesante accusa di omicidio volontario, evitando scorciatoie che possano portargli a qualche sconto di pena.
A voler usare l’algida terminologia alfanumerica degli inquirenti, sarebbero «Ignoto 2» e «Ignota 3». Ci sono due dna repertati sul luogo del delitto che non sono mai stati attribuiti, tracce biologiche ritenute poco significative e rimaste sempre al margine dell’indagine sull’omicidio di Yara.
Altro che crisi superata e primi segnali di ripresa. Altro che consumi che dovrebbero rilanciare l’economia. Altro che voglia di fare impresa. I dati che provengono dal Tribunale di Bergamo sul fronte dei fallimenti non lasciano speranze: in 6 mesi, la «grande bellezza» di 228 procedure autorizzate.
Non ci sono i peli di Massimo Bossetti fra quelli analizzati dagli esperti dell’Università degli studi di Pavia, su incarico del pm Letizia Ruggeri, che coordina le indagini sul delitto di Yara Gambirasio.