Il nuovo «PalaPonte» intitolato a Angelo Rottoli, il pugile 61enne vinto dal Covid
Venerdì a Briolo l’inaugurazione del complesso sportivo dedicato al grande campione Angelo Rottoli, morto a marzo 2020, in piena pandemia.
Venerdì a Briolo l’inaugurazione del complesso sportivo dedicato al grande campione Angelo Rottoli, morto a marzo 2020, in piena pandemia.
Si ricorrerà alla «bella» di mercoledì 2 giugno in programma al PalaFacchetti per decidere chi tra Treviglio e Ferrara staccherà il biglietto di accesso per le semifinali-playoff di serie A2.
Terza sconfitta di fila di Treviglio a Capo d’Orlando; ottava per Bergamo al PalaAgnelli contro la capolista e imbattuta Tortona.
Trofei, immagini, attrezzi del mestiere: la famiglia mette a disposizione della lotta al virus i «pezzi forti» della carriera del più grande pugile bergamasco. «Commossi per l’affetto, vogliamo dare un segnale»
Ezio Matta per tutti era il gigante dal cuore buono. Grande appassionato di boxe, era uno che non si arrendeva mai, sul ring così come nella vita. Per alcune settimane ha lottato con tutte le sue forze contro il Covid-19 che alla fine lo ha travolto. Aveva 57 anni, appena compiuti a gennaio, e viveva nel centro di Grumello del Monte, poco distante dall’oratorio.
Angelo Rottoli (morto domenica 29 marzo per coronavirus ) è stato veramente Muhammad Alì per Bergamo. Bello, intelligente, sapeva parlare e catturare l’ attenzione, così aveva sdoganato la boxe anche nei salotti. Non era un pugile come tutti gli altri», afferma Omar Gentile, già presidente della Bergamo Boxe dal 2000 al 2006 e poi del Comitato regionale della Fpi dal 2008 al 2012.
Matteo Simonetti, tragicamente deceduto domenica all’alba in uno schianto a Rogno, aveva la passione per la boxe che aveva praticato a Sarnico
Secondo ko di fila della Cassa Rurale sconfitta al PalaFacchetti dal Torino per 68-80. Trevigliesi sotto tono dall’inizio alla fine. Sempre costretti a rimontare non hanno mai mandato segnali agli avversari di poterli rimontare.
Tre reti per presentarsi in bergamasca nel modo migliore. La domenica del calcio provinciale ci lascia in eredità la tripletta di Marzeglia, attaccante della Tritium in Serie D, che si porta a casa il pallone dopo il successo per 4-2 con la Castellanzese, lanciando i suoi in zona playoff.
Di nuovo sconfitta Bergamo in gara 2 playoff a Capo d’Orlando. A differenza della gara di sabato scorso (persa col passivo di 17 punti) gli orobici hanno dato parecchio filo da torcere ai siciliani sino alla penultima frazione di gioco.
«In attesa di portare sul ring un professionista, seguirò i dilettanti». E ha già fissato una cena con il celebre manager.
Bergamo vince a fatica; Remer ci lascia addirittura le penne. Dopotutto rientra nelle incognite dei playoff. Per Bergamo e Remer doveva trattarsi, nelle previsioni soltanto formalità. Mantova e Roseto degli Abruzzi, del resto, erano state presentate nettamente inferiori per qualità rispetto alle due formazioni di casa nostra.
Bergamo e Remr effervescenti. Il team cittadino ha strapazzato in trasferta Biella (78-48); i trevigliesi hanno liquidato con un altrettanto sonante 94-68 l’ Agrigento al PalaFacchetti.
Cade nel finale Bergamo dopo aver a lungo comandato la sfida con Capo d’ Orlando.
Le ragazze dell’Oratorio San Giuseppe Dalmine, squadra del girone A della Promozione femminile, ce l’hanno fatta.
Ne ha parlato tutto il mondo: il pugile statunitense Floyd Mayweather ha battuto il lottatore irlandese di arti marziali miste Conor McGregor.
Dopo aver centrato la finale negli ultimi due anni, con titolo conquistato nel 2014, stavolta niente sfida per il tricolore dei supermassimi con il solito laziale Mirko Cabotti per Alessio Spahiu, 25enne pugile della Bergamo Boxe: Ciccio Superstar è stato …
di Tony Damascelli - Il ring è al buio. Deserto. Ma il teatro è pieno. Di silenzio e lacrime lontane. Muhammad Alì è morto. Marcellus Cassius Clay con lui. Fine di una vita e inizio di una leggenda. La boxe e lo sport tirano una riga e si fermano, come al suono del gong. Finiamo al tappeto quando l’Arizona ci consegna la notizia.
Non solo una leggenda del pugilato, ma un uomo dotato di grande sensibilità, carismatico, impegnato nella lotta per i diritti civili e nelle battaglie sociali in favore della comunità afroamericana.
Se n’è andato il più grande, il più grande mito della storia dello sport di tutti i tempi. Muhammad Ali è morto a 74 anni nella notte tra venerdì 3 e sabato 4 giugno in un ospedale di Phoenix, in Arizona. Lo ha reso noto la famiglia con una dichiarazione.