Volantini neonazisti sulle auto Bergamo, ragazzo di 22 anni in cella
A casa croci celtiche e munizioni: in cella bergamasco incensurato. Viveva a casa con i genitori, tifoso della Dinamo Zagabria.
A casa croci celtiche e munizioni: in cella bergamasco incensurato. Viveva a casa con i genitori, tifoso della Dinamo Zagabria.
Sfondarono i cancelli per dare la «caccia» ai tifosi viola dopo la partita Fiorentina-Atalanta del 27 febbraio 2019.
La manifestazione per criticare la politica di Erdogan. Allo scalo bergamasco una trentina di antagonisti da un centro sociale di Cremona.
Due dei 28 destinatari del Daspo avrebbero dimostrato di essere a Bergamo la sera della semifinale di Coppa Italia.
Sono 28 i Daspo ai tifosi atalantini per gli incidenti a Firenze dello scorso 27 febbraio. Ma c’è un ma: secondo gli avvocati che li difendono, due di questi non erano allo stadio, non erano neppure nel capoluogo toscano, ma a Bergamo per lavoro.
Stiamo assistendo nel nostro Paese al riemergere di un fenomeno che pensavamo fosse ormai storia passata: è la rinascita a pelle di leopardo di un attivismo estremista di destra che può prendere le forme delle violenze antisemite, come anche quelle della minaccia di lotta armata. Le cellule scoperte dalla Digos di Enna, ma ramificate in mezza Italia, sono l’emblema di questa recrudescenza. «Possi…
Tra gli indagati anche un uomo di Concorezzo (Monza) con una casa a Costa Serina.
La Procura di Milano aprirà un fascicolo per gli incidenti provocati dagli ultrà della Dinamo prima della gara con l’Atalanta. I testimoni: «Noi aggrediti, dov’era la polizia?».
Arriverà a breve in Procura a Milano l’informativa della Digos, in collaborazione con i colleghi della polizia croata, sui tafferugli violenti tra i tifosi dell’Atalanta e gli ultras della Dinamo Zagabria in trasferta.
Il sindaco interviene sulla vicenda dei fatti di Firenze: «Siano accertate tutte le responsabilità e non solo una parte di queste».
Denunciati dalla Digos di Firenze 28 ultras dell’Atalanta per i disordini avvenuti dopo la partita Fiorentina-Atalanta del 27 febbraio 2019 durante i quali rimasero feriti due agenti della polizia di Stato. Le accuse per tutti i 28 denunciati sono di possesso di oggetti atti ad offendere e di travisamento. Inoltre, per due di loro c’è anche l’accusa di istigazione a delinquere.
Nel mirino il gruppo degli «Irriducibili»: due ai domiciliari, per altri 11 obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Gli incidenti prima di Lazio-Atalanta, un’auto della polizia locale venne data alle fiamme.
Blitz della Polizia nella curva della Juventus: in corso decine di perquisizioni in diverse città italiane tra cui Bergamo.
L’uomo, 43 anni, aveva la misura dell’affidamento. Ha postato la frase «Uno di meno» sotto a un articolo che dava conto del decesso di un poliziotto. Il magistrato l’ha rimandato in carcere: arrestato dai carabinieri di Treviglio.
Il blitz vandalico in via Zanica nella notte tra il 23 e il 24 aprile: il giorno successivo fu denunciato un venticinquenne di Bergamo.
Venerdì la cerimonia nella sede di via dei Caniana per i neolaureati in Economia. All’esterno, alcuni di loro si sono resi protagonisti di gesti incivili, che hanno costretto l’Università a far intervenire la Digos. Durissima la reazione del rettore, Remo Morzenti Pellegrini: «Spettacolo incivile. Se si ripeterà, sospenderò le proclamazioni».
Il ventiseienne di Dalmine fermato nella mattinata di venerdì 3 maggio in seguito agli scontri tra ultrà e polizia della semifinale di Coppa Italia dello scorso 25 aprile a Bergamo. Sabato 4 maggio il giudice ha convalidato l’arresto e disposto l’obbligo di firma: processo rinviato.
Nuovo filone d’inchiesta dopo quello che recentemente ha visto la condanna in Appello di sette supporter bergamaschi e di un tedesco dell’Eintracht, tifoseria gemellata con quella atalantina.
La vetrina e il marciapiede antistante erano stati imbrattati con vernice rossa bella notte tra mercoledì 23 e giovedì 24 aprile. Uno dei responsabili è stato individuato, sarebbe un noto militante dell’area antagonista locale.
Hafiz Muhammad Zulkifal, che attualmente abita a Pognano (sottoposto a obbligo di dimora) era imputato davanti alla Corte d'assise di Sassari per il presunto coinvolgimento, come «capo spirituale», nella strage al mercato di Peshawar nel 2009, in Pakistan, che costò la vita a 137 persone.