«Il fatto non sussiste», assolto il Bocia Non violò la sorveglianza speciale
Il leader della Curva Nord è stato assolto dal giudice in merito alle accuse di violazione della sorveglianza speciale.
Il leader della Curva Nord è stato assolto dal giudice in merito alle accuse di violazione della sorveglianza speciale.
Quattro mesi di arresto: è questa la richiesta dell’accusa nei confronti del leader della Curva Nord atalantina, Claudio Galimberti, detto Bocia, accusato di aver violato le disposizioni della sorveglianza speciale cui era sottoposto all’epoca dei fatti.
Dopo Enrico Pelillo, legale di Fulvio e Keba Gambirasio, è stato il turno di Andrea Pezzotta, l’avvocato che rappresenta Maura Panarese, la mamma di Yara, nel processo contro Massimo Bossetti, accusato di aver ucciso la ginnasta tredicenne. È stato un intervento segnato da una grande tensione emotiva.
Venerdì il processo a Massimo Bossetti vedrà gli interventi degli avvocati Pezzotta e Pelillo.
Deve stare a casa alla sera dalle 22 fino alle 6 del mattino, ogni giorno per un anno e mezzo, per effetto della misura della sorveglianza speciale a cui è sottoposto su decisione del Tribunale.
«Un provvedimento eccessivo». Andrea Pezzotta, avvocato difensore del capo ultrà Claudio Galimberti ,detto Bocia, definisce così la richiesta del pm nei confronti del suo assistito.
Parla Andrea Pezzotta, legale insieme ad Enrico Mastropietro, dell’imprenditore di Arzago d’Adda.
È attesa per lunedì 15 settembre la decisione sull’istanza di scarcerazione. Venerdì mattina 12 settembre i difensori l’hanno ri-presentata, ponendo rimedio a un vizio iniziale di notifica.
Nell’inchiesta a carico di Massimo Bossetti si registra un piccolo colpo di scena anche sul fronte della tutela della parte offesa: i genitori della vittima, Maura e Fulvio Gambirasio, hanno infatti nominato un secondo legale, Andrea Pezzotta, che affiancherà il loro avvocato storico, Enrico Pelillo, in vista del processo.
Quasi tre ore di faccia a faccia tra Giorgio Gori e Franco Tentorio per il passaggio di consegne. Il primo round martedì a Palazzo Frizzoni: tra i primi nodi la Tasi e la movida di Santa Caterina. Con una curiosità: la metà degli ex assessori dice addio alla politica.
Katia Ricciarelli ospite d’onore, ha cantato L’Ave Maria in uan sala consigliare stracolma e con l’assessore alla Cultura Claudia Sartirani visibilmente emozionata nel suo abito bianco tagliato al ginocchio.
La Montelungo vista da dentro è più grande di quel che si possa immaginare.«Abbiamo organizzato quest’incontro qui per spiegare la soluzione di recupero che stiamo portando avanti» rileva l’assessore all’Urbanistica Andrea Pezzotta. Un progetto che prevede un’opera da 45 milioni di euro.
«Giorgio Gori? Sarebbe un ottimo sindaco per le periferie, potrebbe diventare il sindaco di Bergamo ovest».Il critico d’arte (e politico) Vittorio Sgarbi ironizza sul candidato del centrosinistra, mentre visita la mostra in via San Tomaso «Riscoprire la Carrara».
«Non ho mai spacciato, la droga era solo per il mio uso personale». L’ultrà atalantino, in aula lunedì 5 maggio per la continuazione della direttissima del 28 aprile, ha ribadito davanti al giudice la propria innocenza.
I cinguettii delle amministrative a Bergamo. Gori e Tentorio, sopra a tutti, se la suonano e se la cantano a colpi di tweet. È di lunedì 14 aprile il tweet di Giogio Gori contro Tentorio: «Non serve un veggente, basta leggere il bilancio».
Il video spopola già in internet, l’assessore Andrea Pezzotta le canta («Scherzosamente...», spiega) a Giorgio Gori, o meglio a «una certa sinistra radical chic».
Il sindaco inaugura Casa Tentorio: «Abbiamo idee forti». Belotti attacca Gori e «la sua campagna elettorale all’Obama». Al candidato del centrosinistra dedicata pure una ironica canzone sulle sue contraddizioni. Si rivede Bettoni.
La variante al Programma di intervento integrato sarà discussa lunedì 7 aprile in Consiglio comunale. In questo modo non verrà oscurata la vista di Città Alta. Prevista anche una nuova scuola per l’infanzia in via Lotto.
Antonio Monella non andrà in carcere. Quantomeno non subito. Il Tribunale di Sorveglianza di Brescia ha accolto l’istanza degli avvocati Andrea Pezzotta ed Enrico Mastropietro per il differimento dell’esecuzione della pena.
Nel bene o nel male settimana prossima potrebbe segnare la svolta per il caso di Antonio Monella. Almeno alcuni dei tasselli della vicenda, ormai diventata di portata nazionale, che vede condannato a sei anni e due mesi di carcere l’imprenditore di Arzago che nel 2006 ha ucciso un ladro.