Insultò la Kyenge: Calderoli salvato Ma il caso in Senato è ancora aperto
Roberto Calderoli non potrà essere perseguito per istigazione al razzismo e diffamazione per i suoi attacchi all'ex ministro Kyenge, che era stata paragonata a un orango.
Roberto Calderoli non potrà essere perseguito per istigazione al razzismo e diffamazione per i suoi attacchi all'ex ministro Kyenge, che era stata paragonata a un orango.
«Ora le cose vanno bene, devono avermi adottato. Sono diventato il 37° fratello della Kyenge». Chi poteva dire queste parole se non Roberto Calderoli?
Calderoli fa ancora parlare di sè. Una coda polemica è stata sollevata dal Pd sull’emendamento presentato dal leghista bergamasco che voleva limitare il bonus bebè ai soli cittadini italiani (o di paesi Ue) escludendo quindi i cittadini stranieri. Con il Movimento Cinque Stelle che ha votato insieme alla Lega.
Per l’arrivo di Matteo Renzi a Palazzo Madama il Carroccio ha scelto la strada dell’ironia. I senatori leghisti si sono presentati con un gelato, ironizzando sulla gag del premier di qualche settimane fa, conseguenze delle critiche dell’Economist.
Monella fisicamente sta bene, ma ha un unico obiettivo: ottenere la grazia e uscire il prima possibile. L’impressione è che ci possa essere un rallentamento nella pratica e lui ne soffre». Lo afferma in un’intervista a «L’Eco di Bergamo» il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli.
Salvini, circondato sul palco dai giovani padani che hanno presidiato la Cà Matta, comincia dalle banche: «Mi piacerebbe che nel 2015 fossero loro e non i cittadini italiani a fare la fame». È un passo del discorso del segretario federale della Lega alla BerghemFest di Alzano.
Il senatore leghista attende fiducioso: «Qua devono tornare. Questa riforma così com’è non funziona. Quelli del Pd mi assicurano che la modificheranno alla Camera e, a quel punto, la lettura decisiva sarà la terza».
Lutto nella famiglia di Roberto Calderoli, bergamasco, esponente della Lega Nord e attuale vicepresidente del Senato. Domenica sera è morta la mamma del politico, Maria Casiraghi. Aveva 94 anni e abitava nella casa di famiglia dei Calderoli, in via Sudorno, in Borgo Canale.
Le ultime foto lo ritraggono insieme al ministro Boschi e alla senatrice Finocchiaro, reduce da un infortunio che ha gli ha provocato la frattura di due dita e due vertebre. «Come quel calciatore del Brasile, Neymar. Sono reduce da un altro controllo in ospedale, il decorso è un po’ lungo ma tiriamo avanti».
Il Tribunale di Bergamo ha accolto la richiesta dell’accusa, in capo ai pm Gianluigi Dettori e Maria Cristina Rota: l’ex ministro Cécile Kyenge potrà testimoniare nel processo a carico del senatore Roberto Calderoli.
I 3,31 punti di distacco nei confronti di Tentorio sono il vantaggio più ridotto, con un’eccezione: l’1,22 di Vicentini su Testa nel 1994, ma con 4 candidati in soli 5 punti. Finora il tabellino dei ballottaggi dice 2-1 per il centrosinistra.
Udienza rinviata al 26 giugno prossimo quella che vede il leghista Roberto Calderoli sul banco degli imputati con l’accusa di diffamazione nei confronti dell’ex ministro Cécile Kyenge.
La Lega ne ha per tutti. Per l’euro, domenica 13 aprile a Bergamo è intervenuto il segretario federale Matteo Salvini con il suo «Basta euro tour», ma anche per Giorgio Gori e per Valerio Bettoni.
di Giorgio Gandola Il senatore Roberto Calderoli vicepresidente del Senato è soprattutto preoccupato per le sorti di quei tremila politici che, con l’abolizione delle province, rischiano di non trovare una poltrona su cui sedersi dal 7 aprile al 25 maggio.
«Sono d’accordo sul fatto che la Lega non partecipi alle consultazioni, perché non esiste al mondo che il presidente Napolitano e il Pd se la cantino e se la suonino da soli. E con questo siamo al terzo presidente del Consiglio non votato dal popolo».
Il senatore della Lega Nord Calderoli è primo firmatario di un ordine del giorno che impegna il Governo «ad accertare con tempestività le eventuali criticità segnalate» rispetto all’esclusione di Bergamo dalla «short list» per diventare «Capitale europea della cultura 2019».
Weekend di festa tra mercatini, canti di Natale e appuntamenti all’insegna dello svago.
Con oltre mezzo milione di euro di soldi pubblici, ottenuti dalla Lega come rimborsi elettorali, la famiglia Bossi si sarebbe pagata le spese private più varie: dalle multe per migliaia e migliaia di euro al carrozziere, fino alla laurea in Albania di Renzo «il Trota».
Umberto Bossi contro Matteo Salvini: la competizione per la segreteria della Lega Nord vedrà di fronte due soli candidati, rappresentativi della vecchia e della nuova guardia del Carroccio. Escluso Giacomo Stucchi che non è riuscito a raggiungere il numero minimo di firme.
di Giorgio Gandola Nella società della comunicazione l’ultima dichiarazione è quella che conta, soprattutto per i politici in perenne stato di eccitazione elettorale. Forse per questo il vicepresidente del Senato, Roberto Calderoli, si è sentito in dovere di fare una puntualizzazione psichedelica.