Assolti per la morte di Bara: «Non venne costretto a gettarsi»
Ubiale Clanezzo Le motivazioni della sentenza per la morte del giovane caduto nel dirupo. «Imprevedibile la decisione di scavalcare il guardrail».
Ubiale Clanezzo Le motivazioni della sentenza per la morte del giovane caduto nel dirupo. «Imprevedibile la decisione di scavalcare il guardrail».
In Tribunale Sono stati rinviati a giudizio Mirto Milani e le sorelle Paola e Silvia Zani: i tre sono accusati dell’uccisione di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di 52 anni uccisa l’8 maggio di un anno fa a Temù, paese dell’Alta Valle Camonica.
Brescia Nuova udienza in Corte d’Appello a Brescia per Antonio Tizzani a processo per la morte della moglie Gianna Del Gaudio, insegnante in pensione, uccisa con un taglio alla gola.
Corte d’Assise Già in carcere per un’altra rapina nel giugno del 2019. La vittima un ragazzo di Gorle.
Lo sciopero L’assemblea dell’Anm: «Poche risorse». In via Borfuro si riescono a gestire 3.500 rinvii a giudizio all’anno, ma in procura i fascicoli aperti sono 30mila.
Omicidio di Seriate L’ex ferroviere assolto in primo grado. Il 27 maggio a Brescia inizierà il secondo processo. Decisivo il Dna sul taglierino.
Al processo Testimonia la compagna del tunisino ucciso a coltellate dal giardiniere 19enne. «L’imputato l’ha sfidato con l’arma in mano, Marwen era pacifico». Sentita a porte chiuse la figlia tredicenne.
Giustizia La difesa del 19enne, accusato di omicidio, ha chiesto e ottenuto come testimone al processo il sindaco di Bergamo Giorgio Gori.
Bergamo In primo grado Locatelli era stato condannato a 18 anni per la morte della convivente dopo i maltrattamenti. L’accusa: «Ecco perché fu un omicidio volontario».
Il pm Carmen Santoro venerdì mattina 15 ottobre ha chiesto una condanna a 24 anni nei confronti di Surinder Pal, indiano di 58 anni, residente a Casazza, detenuto per l’omicidio di Cosimo Errico, 58 anni, docente dell’istituto Natta di Bergamo ucciso il 3 ottobre 2018 nella sua cascina didattica di Entratico, dove l’imputato lavorava.
Una traccia di sangue della vittima sulla parte posteriore della felpa che indossava quel giorno Francesco Colleoni, 34 anni, in cella con l’accusa di aver ucciso il padre Franco, 68 anni, ex segretario provinciale della Lega Nord e titolare del ristorante «Il Carroccio» a Brembo di Dalmine, dove il 34enne lavorava come cuoco.
Dal bianco al nero, dal giorno alla notte. Un verdetto ribaltato, diametralmente contrapposto al primo. E alla fine sarà la Corte di Cassazione a calare il sipario, sulla base però di eventuali vizi formali e procedurali, nel processo iniziato nel 2013 sulla cosiddetta «trattativa» Stato-mafia, tra le due sentenze uscite il 20 aprile 2018 dalla Corte d’Assise di Palermo e il 23 settembre 2021 dal…
L’evento organizzato dal Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Bergamo e dalla Fondazione Istituti Educativi di Bergamo, in collaborazione con il Centro Servizi per il Volontariato e l’Associazione Carcere e territorio. La prima rappresentazione giovedì 23 settembre alle 21 in Sala Piatti (via S. Salvatore, 11, Città Alta).
Le motivazioni della Corte d’assise di Bergamo che ha respinto ulteriori accertamenti chiesti dalla difesa sui campioni raccolti durante le indagini.
Richiesta negata: i difensori del muratore di Mapello, in carcere per l’omicidio di Yara Gambirasio, non potranno accedere ai reperti del processo concluso con la sua condanna.
Siamo ancora al primo grado, quindi qualsiasi giudizio definitivo è inopportuno e fuori luogo. Però c’è qualcosa di incontrovertibile nella sentenza emessa dalla Corte d’Assise di Taranto che ha condannato gli ex proprietari del gruppo siderurgico Ilva, Fabio e Nicola Riva, rispettivamente a ventidue e vent’anni, al termine di un processo che ha visto imputate a vario titolo 47 persone (e dunque …
I giudici della Corte d’Assise di Bergamo si sono riservati di decidere sulla richiesta della difesa di Massimo Bossetti, condannato in via definitiva per l’omicidio di Yara Gambirasio, di poter esaminare i reperti che hanno portato alla condanna.
La sorella di Zinaida Solonari, uccisa dal marito reo confesso, parla al processo: «Lui la teneva a terra con una mano sul collo».
Parla il marito di Gianna Del Gaudio, sotto processo per l’omicidio della moglie, l’ex professoressa uccisa a Seriate nel 2016. «Non sono stato io». E insiste sull’ipotesi che dietro l’assassinio della moglie ci sia la stessa mano che ha ucciso Daniela Roveri. Ma quel caso è archiviato e la Procura non intende riaprirlo.
In Aula il 7 maggio. Lettera dal carcere in cui si dichiara pentito e chiede perdono alle figlie.