Ubi Banca, primo trimestre 2015 Utile netto di 75,9 milioni, +30,6%
Ubi Banca ha chiuso il primo trimestre del 2015 con un utile netto di 75,9 milioni, in aumento del 30,6% rispetto allo stesso periodo del 2014.
Ubi Banca ha chiuso il primo trimestre del 2015 con un utile netto di 75,9 milioni, in aumento del 30,6% rispetto allo stesso periodo del 2014.
Lombardia, e dunque anche bergamaschi, appassionati di gelato: la metà lo mangia sempre, anche in inverno, di solito un chilo al mese durante l’anno. Un gelato di crescente qualità e diffusione per il 54%. Il cono da gelateria va per la maggiore, per uno su due, uno su dieci punta sulla vaschetta in gelateria.
L’incremento delle compravendite immobiliari e i valori negativi raggiunti dall’Euribor hanno spinto verso l’alto il trend della domanda di mutuo da parte degli italiani, ma anche le erogazioni dei finanziamenti danno segni di miglioramento.
Italia fuori dalla recessione. Nel primo trimestre 2015 il Pil è tornato a crescere, con un aumento dello 0,3% rispetto all’ultimo trimestre del 2014. Lo rende noto l’Istat nelle stime preliminari, calcolando invece su base annua una variazione nulla. I risultati sono superiori alle attese degli analisti.
Si stima che il crollo del prezzo del latte abbia portato tra il 2003 e il 2013 alla perdita di 7 mila posti di lavoro in Lombardia, di cui mille in Bergamasca. Il Consiglio provinciale nella seduta del 12 maggio ha approvato all’unanimità una mozione sul tema.
La Cisl lancia l’allarme: altro che reddito di cittadinanza, a fine maggio circa 5 mila lavoratori lombardi resteranno senza cassa in deroga. Altri 30 mila la termineranno gradualmente nei prossimi mesi. E non avranno più nulla.
All’annuncio ufficiale della chiusura del ristorante Ciao in centro a Bergamo, i posti di lavoro a rischio erano 13: lunedì 11 maggio, con l’accordo siglato da Filcams-Cgil, Fisascat-Cisl e azienda, viene garantita una ricollocazione certa in altri punti vendita del gruppo Autogrill a 9 persone e la volontarietà (con incentivo economico all’esodo) agli altri 4.
La maggior parte delle aziende cinesi che investono in Italia scelgono la Lombardia. Nella nostra regione ce ne sono 94: dieci in Bergamasca.
Ventinove maschere gettate a terra dall’«uomo Auchan». Così i lavoratori del supermercato di via Carducci a Bergamo sabato 9 maggio hanno voluto rappresentare lo stato in cui versano i dipendenti Auchan del capoluogo orobico, interessato dai tagli della multinazionale francese.
Con le loro divise indosso, i lavoratori Auchan di Bergamo, Curno, Antegnate e del deposito di Calcinate si riuniranno in presidio il 9 maggio, giorno dello sciopero di 8 ore, davanti al punto vendita di via Carducci nel capoluogo, dalle 10 a mezzogiorno.
Un’ora e mezzo di sciopero con presidio dei cancelli: nella mattinata di venerdì 8 maggio l’Exide di Romano ha «ospitato» la manifestazione di protesta contro la chiusura dello stabilimento di Fumane, in provincia di Verona, e il conseguente licenziamento dei 33 dipendenti.
«70 anni. Una storia, tante imprese». È questo il messaggio che apre e accompagna l’assemblea annuale di Ascom Confcommercio Imprese per l’Italia, in programma lunedì 11 maggio a partire dalle ore 15, nella sala «Caravaggio» della Fiera di Bergamo, in via Lunga.
Una giornata di protesta nazionale, sabato 9 maggio, contro la procedura di mobilità aperta dal gruppo Auchan.
Anche in Bergamasca cresce l’età media degli imprenditori, ma il loro numero (-1% in cinque anni) cala meno rispetto alla media regionale (-5.9%). Gli imprenditori stranieri in 5 anni sono aumentati del 26 %.
I bilanci parlano e ci sono numeri che dicono tutto. È il caso dei risultati riportati nel 2014 da banche rete e società prodotto del gruppo Ubi.
Non è una novità che la Banca Popolare di Bergamo sia la locomotiva che porta utile e valore.