Conte, botta e risposta con la Lombardia: Alzano e Nembro, Regione poteva chiudere
«Se la Lombardia avesse voluto, avrebbe potuto fare di Alzano e Nembro zona rossa». Lo scrive al quotidiano online Tpi.it il premier Giuseppe Conte.
«Se la Lombardia avesse voluto, avrebbe potuto fare di Alzano e Nembro zona rossa». Lo scrive al quotidiano online Tpi.it il premier Giuseppe Conte.
«In questo momento non posso dire quando il lockdown finirà. Stiamo seguendo le indicazioni del comitato scientifico, ma l’Italia è stata la prima nazione in Europa ad affrontare l’emergenza».
Le misure entreranno in vigore alla scadenza del precedente il 4 Cdpm di aprile e avranno validità sino al 13, giorno di Pasquetta. Un breve riepilogo di quello che si può e non si può fare.
Con la curva dei contagi che resta ferma sul «plateau» indicato dagli scienziati e l’incremento del numero delle vittime che si è dimezzato in una settimana, il governo prolunga la serrata dell’Italia fino al 13 aprile, il giorno di Pasquetta.
Il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa: «Ora non ci sono prospettive di allentare le misure».
«Non abbiamo tolto soldi alla sanità per darli all’istruzione: le decisioni vengono prese dall’interno governo, dei 25 miliardi buona parte sono stati messi alla sanità. Invitiamo tutti a stare a casa affinchè tutti gli sforzi non possano essere vani». Lo ha detto la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina in una diretta Fb sul suo profilo.
Il premier Giuseppe Conte ha parlato alla nazione per annunciare uno stanziamento considerevole ai comuni da utilizzare per chi non ha i soldi per fare la spesa. Non ci sono le condizioni per riaprire le scuole il 3 aprile.
Per la seconda volta dall’inizio dell’emergenza il presidente Sergio Mattarella parla alla nazione.
Mai nessun governo della Repubblica s’è trovato a dover gestire un’emergenza di queste proporzioni, divenuta crisi internazionale. Lo si può chiedere per competenza anche a Trump che, dopo la sconcertante inerzia delle scorse settimane, mette in campo qualcosa di mai visto, come duemila miliardi di dollari per ripartire: più un’arma nucleare che un bazooka, una liquidità pubblica tale da mettere …
E’ il giorno della pietà. La mano alzata del vescovo Francesco che benedice decine di ceneri e di feretri uno accanto all’altro nel Famedio e nella chiesa di Ognissanti al Cimitero non esprime soltanto - in questa drammatica circostanza - la «pietas cristiana» verso i defunti, la misericordia di Dio verso le anime chiamate al Suo cospetto, ma anche il commosso, profondo e rispettoso omaggio di un…
La video riunione del Consiglio europeo deve prendere delle decisioni molto importanti per il futuro del Continente (e delle sue economie) sferzato dalla pandemia da Coronavirus. Talmente importanti che potrebbero cambiare il volto dell’Unione oppure segnarne il declino.
Il premier Giuseppe Conte ha scritto una lettera al nostro giornale: «Non potremo mai dimenticare le immagini dell’Esercito che portava via le bare. Il Nord sta pagando un prezzo carissimo ma, se tutti faranno la loro parte, ne usciremo. Noi faremo il possibile»
«Invito tutti a soprassedere» sull’annunciato progressivo stop agli impianti di benzina perché è un servizio essenziale: «Troveremo una soluzione con la ministra De Micheli. Ma non possiamo consentire che si arrivi a un’interruzione di questo pubblico servizio». Lo dice il premier Giuseppe Conte in un’intervista al Tg5
«Sono soddisfatto e orgoglioso dei comportamenti dei cittadini, ma sono necessarie sanzioni e continui monitoraggi».
È vietato lasciare il Comune dove ci si trova: la «necessità» ora è sostituita dall’«assoluta urgenza». Se il proprio borgo non ha un negozio, è lecito allontanarsi, ma solo fino al più vicino. Le compere non tutti i giorni.
Una lettera sottoscritta all’unanimità chiede presto nuove limitazioni.
Dalle cassiere agli addetti alle pulizie. «Le aziende devono accettare il confronto e i solleciti fatti dai lavoratori». Il 30% degli addetti delle grandi catene di distribuzione sono malati.
Il pacchetto di provvedimenti varato dal governo per affrontare l’emergenza coronavirus ha le dimensioni di una manovra di Bilancio: 25 miliardi. Questo dice della gravità della situazione che si è venuta producendo da quando a Palazzo Chigi si pensava a misure di sostegno per 3 miliardi di euro. Ora l’ammontare si è quintuplicato.
L’appello per avere in fretta altro personale sanitario è stato accolto e da lunedì 16 marzo al Papa Giovanni XXIII hanno preso servizio 27 medici e 4 infermieri militari. Già alle 10 della mattina hanno partecipato alla formazione che ha già coinvolto quasi tremila persone all’Auditorium «Lucio Parenzan» dell’ospedale, il personale della Croce Rossa è arrivato nel pomeriggio.
«Ho detto chiaramente al presidente del Consiglio Giuseppe Conte che abbiamo bisogno urgente di personale, ci servono dispositivi e attrezzature, ci serve alleggerire la pressione sui nostri ospedali». Maria Beatrice Stasi, direttore generale dell’Asst Papa Giovanni XXIII di Bergamo sintetizza in poche, incisive parole, la telefonata intercorsa con Giuseppe Conte.