Frana a Lovere: a piedi al lavoro alla Lucchini. Strada chiusa, ma i camion non lo sanno
LA SITUAZIONE. Disagi a Lovere dopo il cedimento della strada: mercoledì vertice in Prefettura.
LA SITUAZIONE. Disagi a Lovere dopo il cedimento della strada: mercoledì vertice in Prefettura.
VIA PAGLIA. Il sindaco chiede Unità di crisi in Prefettura. L’ipotesi del senso unico sulla 469 da Riva di Solto per far salire dei camion alla «Lucchini» rimasta isolata.
LA FRANA. Un tratto di strada di circa 100 metri è collassato nella notte e ha danneggiato anche la passerella pedonale. Strada chiusa, rifornimenti e consegne bloccate alla Lucchini.
LO SMOTTAMENTO. Il cedimento di via Milano, avvenuto sabato 10 febbraio, costringe gli abitanti fino a un chilometro di percorso a piedi per raggiungere le auto.
VAL CAVALLINA. Da lunedì 12 febbraio i lavori dell’impresa incaricata da Anas sull’asse da Trescore a Endine: rischio code e disagi. Zoppetti: «Molteplici risultati in termini di sicurezza».
L’INFORTUNIO. L’allarme è scattato poco prima delle 9 di mercoledì 7 febbraio in un’azienda sulla Briantea.
LA STORIA. Il fruttivendolo Sergio Plebani, 70 anni, non ha mai saltato una mattina in negozio. «Con mia moglie abbiamo fatto tutto da soli, aperti anche nella pandemia». Ceduta l’attività.
IN VIA CESARE BATTISTI. A parte lo stupore per l’accaduto, fortunatamente non ci sono feriti. Nel tardo pomeriggio i lavori di sistemazione sono stati completati e tutto il tratto di strada è stato riaperto.
LA COMMEMORAZIONE. L’1 dicembre 1923 la diga del Gleno, dopo giorni di piogge senza sosta, cedette di schianto, travolgendo i paesi della Val di Scalve e della Val Camonica: 359 le vittime accertate. Su «L’Eco di Bergamo» di oggi i loro nomi: è stata una strage di bambini. Ascolta i rintocchi delle campane nelle chiese della Val di Scalve in ricordo dei morti.
Esattamente cento anni fa crollava la diga del Gleno, causando 359 vittime accertate e danni incalcolabili. L’impronta lasciata sul territorio e sulle persone che lo abitano è insieme una richiesta di rispetto alla memoria e un monito per il futuro
L’ANNIVERSARIO. La date del 1° dicembre 1923 è scolpita nella memoria dei bergamaschi. A 100 anni dal crollo della diga ripercorriamo qui la storia e i ricordi della tragedia.
IL RACCONTO. Alle 7,15 di una mattina qualunque, su al Gleno, prima della neve. Ma nessuna di queste è una mattina qualunque, non lo può essere.
Centenario del disastro del Gleno. Le parole dei testimoni: Maria Ghirardelli, classe 1916, il primo dicembre del 1923, era in una classe delle scuole elementari di Gorzone. L’intervista è tratta da un lavoro realizzato da Officine Video.
IL PERSONAGGIO. Francesco Morzenti era il custode della diga del Gleno e unico testimone diretto della tragedia.
Centenario del disastro del Gleno: il racconto di Francesca Morelli, classe 1913. Quando la diga è crollata era in una classe delle scuole elementari di Azzone. Il video è tratto da un documentario realizzato da «Officine Video»
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VALLE BREMBANA. In località Castegnone sulla strada che conduce alla frazione di Poscante si sono aperte delle crepe. La contrada con una cinquantina di abitanti è isolata.
VIABILITA’. Nel pomeriggio di giovedì 2 novembre polizia locale e vigili del fuoco hanno deciso di transennare la corsia della ex statale adiacente al vecchio edificio. Il consiglio è di scegliere percorsi alternativi.
IL COMMENTO. In questi giorni, cent’anni fa, la diga era piena. Piena fino all’orlo. Era in servizio da una manciata di settimane. Nonostante fosse un’opera tribolata, certo non era immaginabile che alla prima, vera prova di forza la diga cedesse, schiantando a valle 6 milioni di metri cubi di acqua e detriti.
Cento anni fa il disastro della diga del Gleno: la ricostruzione di quanto accaduto